EFFICIENZA SIGILLANTI ENDOMAMMARI CON VALUTAZIONE DETTAGLIATA DI PRESTAZIONI, MIGRAZIONE E IMPATTO SULLA QUALITÀ DEL LATTE
Valutazione dell’Efficienza e delle Problematiche legate ai Sigillanti Endomammari a Base di Bismuto
Fonte: dati raccolti da pubblicazioni scientifiche su importanti riviste internazionali.
I sigillanti a base di bismuto disponibili in commercio, in preparati da 4 e 6 grammi, vengono inseriti all’interno del capezzolo, talvolta in combinazione con antibiotici chemio-attivi. Essi mantengono la loro posizione iniziale per un periodo medio di 3-4 settimane, dopodiché migrano nella cisterna e nella ghiandola mammaria in percentuali variabili (vedi foto).
La migrazione, che avviene durante il periodo di asciutta (figura-3, confronto della posizione del sigillante durante l’asciugatura (DO) e nell’imaging pre-fresco (PF) per le diverse aree: canale di striature, cisterna per capezzoli e ghiandola), influenza la rilevazione del materiale al momento del parto e nel periodo successivo. Infatti, alla prima mungitura dopo il parto, solo l’83% degli animali trattati presenta il tappo sigillante in modo evidente. Il restante 17% mostra l’assenza totale del materiale nel canale striato del capezzolo, anche se esso è distribuito nel sistema alveolare nel 56% dei casi (Buckley (2022): studio sull’efficacia dei sigillanti endomammari a base di bismuto).
Il materiale viene escreto in media per 4-5 giorni se il tappo occlusivo è presente, ma solo per 1-2 giorni in sua assenza (Kaberla (2018): ricerca sulla durata dell’escrezione dei sigillanti endomammari). Tuttavia, tracce di materiale possono essere osservate fino a 21 giorni dal parto nel 50% delle bovine trattate. Tale escrezione prolungata può causare complicazioni nella gestione del colostro e residui che interferiscono con la pulizia degli impianti di mungitura (Lely (2023): analisi dei residui di sigillanti negli impianti di mungitura). Inoltre, la sua aggregazione nella massa lattea può provocare macchie nei formaggi, a meno che non vengano utilizzate tecniche di chiarificazione del latte crudo (Lay (2007): studio sull’impatto dei sigillanti sulla qualità del formaggio).
Il periodo critico in cui il sigillante deve garantire massima efficienza è compreso tra la messa in asciutta e la formazione del tappo naturale di cheratina, che può richiedere fino a 6 settimane. Nella fase iniziale dell’asciutta, il 6% dei capi ha mostrato perdite di latte, sebbene ciò non fosse correlato alla mastite. Non è stata osservata alcuna relazione tra il riempimento, la posizione del prodotto e la mastite.
Durante la prima mungitura, le bovine con una bassa conta delle cellule somatiche trattenevano il 45% del materiale inoculato, mentre quelle con una conta elevata ne trattenevano solo il 23% (vedi figura in basso). Questo potrebbe essere dovuto al volume totale inoculato (sigillante più antibiotico), che causa un diverso posizionamento e riempimento del canale striato.
Non sono stati riportati casi significativi di mastite durante il periodo di asciutta, poiché le infezioni sono legate a patogeni con una bassa conta cellulare e a una resistenza agli antibiotici. Nei primi 120 giorni post-parto, la percentuale media di mastite è del 6%, senza correlazioni con il riempimento o la posizione del sigillante.